Viviamo in una società dominata dai risultati, nella
quale le persone vengono giudicate dalla loro
competenza e ciò sembra essere diventato uno
schema fondamentale della nostra cultura.
Ancor prima di essere lodati o sgridati per la nostra
prima pagella, veniamo amati o ignorati per come
compiamo le nostre prime azioni. Questo schema fa
emergere un messaggio chiaro e insistente: sei una
brava persona degna di rispetto solo se hai successo
nelle cose che fai. Naturalmente, le cosa da far bene
per meritarsi l’amore e il rispetto cambiano di
famiglia in famiglia e da situazione a situazione, ma
l’equazione tra dignita e performance è quasi
universale.
Ma chi l’ha detto che si debba essere valutati per come si fanno le cose?
In generale, chi ha detto che io debba essere valutato...
Per liberarsi di questa “trappola” bisogna capire chiaramente che il valore di un essere umano non può essere
misurato, nè tramite una performance nè in qualunque altro modo. Siamo quello che siamo, non siamo le nostre
performance. Il voto in pagella può misurare quanto siamo bravi in aritmetica (o altre discipline), ma non quanto
valiamo...
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